Il velivolo del bombardamento


Come è stato riportato in altra parte del sito alcuni capitoli del libro sono dedicati all'identificazione del velivolo usato per l'attacco a Dogliani, arrivando a individuarlo in un mezzo appartenente alla Legione Muti.
Dopo l'armistizio dell'otto settembre le Forze Armate tedesche avevano preso il sopravvento e, nel quadro delle azioni previste, avevano requisito tutti gli aerei italiani, militari e civili.
Nel seguito le FFAA tedesche fecero una cernita del materiale, trattenendo ciò che poteva essere loro utile.
Rimase perciò molto materiale del tutto inutilizzabile per gli scopi bellici tedeschi, tra i quali piccoli e poco potenti aerei civili da turismo.


 Due di questi aeroplani furono posti dai tedeschi nella disponibilità della Legione Muti al momento della sua costituzione, nel marzo 1944.
Non sappiamo perché ciò accadde: è possibile che il comandante della Muti, Francesco Colombo, venuto a conoscenza dell'esistenza degli aerei in un aeroporto milanese, abbia colto l'occasione per entrarne in possesso allo scopo di inquadrarli nella propria neocostituita legione, soddisfacendo così un bisogno di prestigio nei confronti di altre organizzazioni militari o paramilitari come poteva essere, ad esempio, la Decima Mas, attraverso la presenza di una piccolissima arma aerea, non posseduta da alcun altro.

De Havilland DH80A  Puss Moth
[Fotografia a puro titolo esemplificativo]
Si trattava di due aerei De Havilland DH80A Puss Moth, un piccolo aereo inglese da turismo degli anni 30, dalla potenza e velocità limitate.
Uno solo dei due era in condizioni di volo, mentre l'altro era totalmente smontato e immagazzinato.

Nessuno di questi aerei fu mai utilizzato per azioni belliche.
Il bombardamento di Dogliani fu l'unica azione, così improbabile ed incredibile da rimanere ignota sino ad oggi, nel quale fu utilizzato l'unico dei due aerei in condizioni di volo.

Come dettagliatamente riportato e spiegato nel libro, l'unico aereo efficiente venne infatti modificato a cura del genio aeronautico RSI e trasformato in piccolo bombardiere leggero.


Dopo l'azione di bombardamento esso venne immediatamente e definitivamente requisito di tedeschi, che intendevano impedire il ripetersi di azioni di questo genere.



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Nelle fotografie viene presentato una maquette dell’aeroplano protagonista nell’azione di bombardamento.
Come si vede, dopo la requisizione esso venne ridipinto dall’occupante tedesco nella livrea da esso prevista, ovvero un grigio-nerastro in accordo con i colori Luftwaffe RLM 70-75 e con insegne di nazionalità bianche.
Davanti ai piani di coda era inoltre riportata, sempre in bianco, la matricola civile dell’aereo.

Nel modello è presente la scritta “Siamfatticosi!” in caratteri corsivi bianchi sul cofano motore: si tratta tuttavia di una scritta apposta in fase di realizzazione del modello allo scopo di caratterizzare scenicamente l’aereo come appartenente alla legione Muti.
Non è noto quindi se la scritta vi fosse o meno, pur essendo una azione del tutto verosimile dato il poco impegno richiesto nell’eseguirla.

La Legione Muti, dopo aver ottenuto l’aereo, si preoccupò poi di organizzare, di concerto con il Genio Aeronautico RSI e all’insaputa della autorità tedesche, la modifica dell’aeroplano così da renderlo in grado di portare tre bombe da 50/T e una mitragliatrice Breda SAFAT da 12.7 mm e poterlo utilizzare nella estemporanea azione di bombardamento di Dogliani.

Il modello è stato perciò dotato di tre bombe italiane da 50 kg mod. 50/T, riconoscibili dal particolare impennaggio, e di una mitragliatrice aggettante sul lato sinistro, così da riprodurre l’aereo, del quale non sono finora emerse fotografie, con la massima fedeltà di colori ed equipaggiamento, quale è desumibile dai dati raccolti.