UN NUOVO DOCUMENTO CHE INTEGRA E
PERFEZIONA L’IPOTESI
Di recentissima e casuale emersione,
questa denuncia del 31 luglio 1944 (figura 1) nei confronti
del col. Colombo è una ulteriore fortissima prova circostanziale che
integra perfettamente gli avvenimenti del bombardamento del 31 luglio
come vengono tratteggiati nel libro.
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Fig. 1 - La denuncia nei confronti del col. Colombo per fatti avvenuti nel pomeriggio del 31 luglio 1944
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I FATTI ESTRAIBILI DAL DOCUMENTO
Nel pomeriggio del 31 luglio 1944 il
signor Ettore Castelli sta percorrendo in bicicletta Corso Milano a
Monza.
All’altezza della prima fermata del
tram, mentre egli si accinge a sorpassare una automobile (ferma sulla
destra), la porta sinistra dell’auto viene aperta all’improvviso
con seguente inevitabile urto tra porta e ciclista Castelli.
Protagonista dell’apertura della
porta è il colonnello Colombo comandante della Muti, che
immediatamente schiaffeggia il povero Castelli, inveendo inoltre
verso di lui con parole offensive.
Il Castelli, fervente fascista e
appartenente alla Brigata Nera “Resega”, non apprezza il
trattamento subìto e in data 7 agosto 1944 informa il federale e il
capo della provincia di Milano dell’accaduto, chiedendo
provvedimenti nei confronti di Colombo.
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Fig. 2 - Le fermate obbligatorie della linea Sesto tranviaria S. Giovanni -Monza (da Wikipedia). |
Nel pomeriggio del 31 luglio 1944 il
comandante Colombo è presente con una delle sue due automobili (Alfa
2500 coloniale o Lancia Aprilia cabriolet) in Corso Milano a Monza,
all’altezza della prima fermata del tram.
Di quale tram si tratta?
Si tratta del tram Sesto S. Giovanni –
Monza, oggi non più esistente, che all’epoca partendo da Sesto S.
Giovanni passava appunto per Corso Milano, arrivando poi al Parco di
Monza (e viceversa).
Tale tram aveva due fermate
obbligatorie, Largo Mazzini e Largo Molinetto (Figura 2).
Queste due fermate erano collegate da
Corso Milano, che aveva inizio a Largo Mazzini e terminava a Largo
Molinetto, dopo il quale la strada prendeva il nome di via Gerolamo
Borgazzi.
La distanza tra le due fermate
obbligatorie era di circa 750 metri.
In sede di progetto per una tale
distanza andavano previste almeno due fermate di tipo facoltativo;
dai valori di progetto di un collegamento pubblico urbano tranviario
o ruotato, confermati da esperienza ormai secolare, la distanza tra
le fermate deve essere infatti di 200-400 metri.
Poiché il signor Castelli riporta di essere stato assalito da Colombo all’altezza della prima fermata, ciò significa che in Corso Milano ve ne era almeno una seconda (figura 3).
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Fig. 3 - Le fermate obbligatorie e facoltative del tram Sesto S. Giovanni – Monza nel suo percorso lungo Corso Milano. |
E’ ovvio che per motivi contingenti
nella realtà tali distanze avrebbero potuto variare di qualche
decina di metri, da ciò l’uso della parola “circa”.
Come detto, la fermata davanti alla
quale parcheggia il comandante Colombo è quindi la prima di tali
fermate, a circa 250 metri da Largo Mazzini.
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Fig. 4 - Mappa dei luoghi - Corso Milano 23 Monza. |
E’ immediato notare che a circa 250 metri da Largo Mazzini vi è il numero 23 di Corso Milano, dove abitava il capitano Schieppati (figura 4).
E’ altrettanto immediato quindi dedurre che la prima fermata facoltativa del tram tra Largo Mazzini e Largo Molinetto era negli immediati pressi, se non addirittura sotto casa di Schieppati (Fig. 3 e 4).
Da quanto sopra risulta quindi evidente che il pomeriggio del 31 luglio 1944, giorno del bombardamento di Dogliani, Colombo ha intenzione di prelevare il cap. Schieppati, parcheggiando sotto casa sua a Monza con il probabile intento successivo di annunciarsi tramite campanello all’appartamento del capitano.
Data la evidente coincidenza di tempi e luoghi, dobbiamo escludere che Colombo
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Fig. 5 - Il percorso da Corso Milano all’aeroporto di Bresso. |
Si noti inoltre come il cap. Schieppati, che avrebbe dovuto essere ad Alba al comando della sua compagnia, il pomeriggio del 31 luglio 1944 fosse invece a Milano.
Dallo scatto d’ira incontrollata di
Colombo nei confronti del ciclista Castelli
(e addirittura nei confronti di una donna spettatrice dell'accaduto che prendeva le sue difese, minacciata "in modo deplorevole") risulta inoltre chiaro come Colombo fosse estremamente nervoso, con ogni probabilità a causa dell’avvenimento prossimo venturo: il suo aereo, modificato dal Genio Aeronautico ANR, era pronto al decollo per una azione di bombardamento della quale nessuno sapeva nulla, all’infuori di alcuni ufficiali superiori della Legione Muti e del Genio Aeronautico ANR.
(e addirittura nei confronti di una donna spettatrice dell'accaduto che prendeva le sue difese, minacciata "in modo deplorevole") risulta inoltre chiaro come Colombo fosse estremamente nervoso, con ogni probabilità a causa dell’avvenimento prossimo venturo: il suo aereo, modificato dal Genio Aeronautico ANR, era pronto al decollo per una azione di bombardamento della quale nessuno sapeva nulla, all’infuori di alcuni ufficiali superiori della Legione Muti e del Genio Aeronautico ANR.
Si tratta di una grande e nuova
responsabilità, che egli sta prendendo completamente su di sé; del
tutto comprensibile quindi un suo stato di ansia e nervosismo legato
all’azione che egli sta per intraprendere.
E’ possibile perciò che, come
ipotizzato nel libro, egli fosse stato effettivamente subornato
all’azione, ma che intimamente non ne fosse pienamente convinto.