Le ricerche precedenti

L'opacità  e l'apparente incomprensibilità degli avvenimenti connessi al bombardamento di Dogliani fece nascere dubbi sulle sue responsabilità sin dall'inizio, dubbi che aumentarono con il passare degli anni e l'allontanarsi nel tempo dell'avvenimento.
Ad esempio, pur riportando i testimoni la presenza di un aereo tedesco, l'anomala collocazione temporale del bombardamento, avvenuto il giorno prima del rastrellamento del primo agosto 1944, dava luogo a dubbi sul fatto che l'aereo fosse effettivamente tedesco, poichè si trattava di un modus operandi  che non aveva riscontri all'epoca: attacchi aerei venivano effettivamente effettuati durante i rastrellamenti ad opera di uno o più aerei tedeschi, ma essi avvenivano allo stesso tempo dell'azione a terra, allo scopo evidente di rafforzarla e spezzare la resistenza degli opponenti.

Un attacco di bombardamento portato da un solo aereo

- un giorno prima di un previsto rastrellamento e
- su un obiettivo civile senza evidenti collegamenti  con le forze resistenti o che potesse procurare un vantaggio sul terreno, come la distruzione di un ponte o di una strada,

non aveva invece alcun senso da un punto di vista tattico.

E' quindi comprensibile come il bombardamento di Dogliani, dato il suo carattere militarmente inspiegabile, ovvero non diretto a colpire un obiettivo significativo dal punto di vista militare sia stato finora un problema di impossibile soluzione, nel quale ogni tentativo di spiegazione doveva lasciare fuori qualche dato, pur presente e provato.

I sostenitori dell'ipotesi "aereo alleato" avevano infatti dalla loro il dato di fatto incontestabile che gli aerei alleati spesso colpivano obiettivi casuali, dovendo però tralasciare il fatto che le testimonianze riportavano la presenza di un aereo tedesco.

Ugualmente chi avesse voluto sostenere la correttezza delle testimonianze, e quindi la presenza di un aereo tedesco, volendo far propria l'ipotesi dell'azione aerea di sostegno ai rastrellamenti si scontrava con il problema della totale inutilità militare dell'azione, unica di questo genere riscontrata.
Tali azioni, come sopra riportato, avvenivano in concomitanza ai rastrellamenti e non il giorno prima, ed avevano ad oggetto obiettivi rilevanti per la buona riuscita del rastrellamento,  e non obiettivi privi di senso militare. 
Né era sostenibile l'ipotesi di una rappresaglia tedesca sul paese, essendo tali azioni precedute da avvisi alla popolazione e necessitando inoltre di un precedente atto offensivo della popolazione civile contro le truppe tedesche, che nel caso di Dogliani mancava del tutto. Il tutto senza prendere in considerazione il fatto che una rappresaglia richiedeva un numero precostituito di vittime proporzionale all'offesa subita, cosa non possibile da prevedere in un bombardamento, con il quale si potevano avere più vittime di quanto voluto, con il che la rappresaglia non sarebbe più stata tale.

Né i sostenitori dell'ipotesi "aereo alleato" né i sostenitori dell'ipotesi "aereo tedesco" erano quindi  in grado di descrivere una soluzione sostanziale, coerente e conclusiva del problema, che rimase perciò  sospeso per settant'anni tra le due possibilità sino all'arrivo della inaspettata e finale terza soluzione, questa volta effettivamente sia coerente che conclusiva: la soluzione descritta nel libro.
Un aereo dunque né tedesco né alleato, ma italiano.

Nel seguito si riportano vari esempi di trattazione del bombardamento di Dogliani da parte di precedenti ricercatori, allo scopo di dare una panoramica su come esso venne affrontato in passato.





Gazzetta d'Alba  28 luglio 1999
 

"Dogliani e i suoi 33 martiri"
In ricorrenza del 55° anniversario del bombardamento, il doglianese Ubaldo Viotti ricordava l'episodio.



Gazzetta d'Alba  2 febbraio 2000

"Fenoglio censurato e Dogliani bombardata dai nazi..." 
Articolo di Claudio Puppione (Redazione Gazzetta d'Alba)

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Gazzetta d'Alba  16 febbraio 2000
"Ecco come accadde il terribile eccidio di Dogliani nel '44"

Articolo dello storico locale Rino Viotto (1923-2005) 

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Paesi Tuoi  17  febbraio 2000


"Dogliani bombardata dalla Gazzetta d'Alba"
 Paesi Tuoi, quindicinale locale, risponde all'articolo di Claudio Puppione (Gazzetta d'Alba) del 2 febbraio 2000.












Ragazzi: presente
integrazione Parte Seconda
Pagine di Storia: Langhe
Fatti bellici 1943-1945

di Liliana Peirano
ed. RA.RA
2001


"L'aereo tedesco che bombardò per rappresaglia Dogliani...  era uno Junker 87 Stuka comunemente conosciuto come Ju 87..."
Così scriveva la ricercatrice Liliana Peirano a pag.88 del suo libro.

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Gazzetta d'Alba  3 giugno 2003

«Il tenente Guidi non dice tutta la verità»
Articolo del prof. Armando Botto


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Gazzetta d'Alba  29 luglio 2003


"31 luglio '44: bombe su Dogliani"
L'analisi del (allora) Presidente dell'Istituto storico della Resistenza di Cuneo, Livio Berardo.


Gazzetta d'Alba  22 aprile 2003

"Ten. Guidi:«Non sono un mostro»
Intervista a Danilo Guidi















                                                                                 
  
La Stampa  3 agosto 2004

35 Morti  «Le bombe non erano tedesche»
La ricercatrice Liliana Peirano sosteneva che le bombe erano "alleate"...






La Stampa  4 agosto 2004

A proposito del bombardamento di Dogliani.
Risposta di Livio Berardo, allora Presidente dell'Istituto storico della Resistenza di Cuneo, a Liliana Peirano.

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  La Stampa   5 agosto  2004

Il bombardamento su Dogliani del luglio '44 divide gli esperti della Seconda Guerra Mondiale.
Risposta di Sergio Costagli, autore di molti libri tra cui "Bombe su Cuneo 1943-1945", a Liliana Peirano.


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   Il Provinciale  - ottobre 2004 -  pag.1


Chi bombardò Dogliani in quel 31 luglio del '44?    
Articolo della ricercatrice Liliana Peirano  (1^ parte)


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Il Provinciale  -  ottobre  2004 -  pag.2


Chi bombardò Dogliani in quel 31 luglio del '44?    
Articolo della ricercatrice Liliana Peirano  (2^ parte)


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